Finalmente riusciamo a intercettare Roberto, in nostro cuoco, sempre indaffarato tra i fornelli. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui e abbiamo scoperto qualcosa in più sulla sua passione: la cucina. Siamo orgogliosi di averlo in squadra perché è davvero bravo, i suoi piatti dimostrano tutto il suo impegno, sono belli e buoni!
Ciao, cosa fai in polveriera?
Ciao! Sono il responsabile della cucina, faccio il cuoco.
Ci dici qualcosa di bello su di te?
Sono un ragazzo estroverso e fantasioso. I miei piatti mi rappresentano, sono il mio mezzo di comunicazione per esprimere ciò che sento.
Cosa ami del tuo lavoro? Cosa invece cambieresti?
Amo il fatto che fare il cuoco dia la possibilità di viaggiare, di improvvisare, di far assaporare il mio gusto agli altri. Per me non è un lavoro stare in cucina, è una passione, non sento il peso di ciò che faccio. Se non amassi profondamente fare il cuoco avrei già mollato, è un mestiere molto stressante, sacrificante. Per come vivo io la cucina e la ristorazione non c’è davvero nulla che cambierei, tutto è nato all’improvviso e ho costruito pian piano il mio stile.
Hai la possibilità di realizzare un sogno nel cassetto, cosa fate?
Ho accettato di venire a lavorare qui in Polveriera proprio perchè è un progetto diverso, nuovo e in passato non ero mai stato in un ambiente così attento alle cause sociali. Mi sento molto vicino a questo modo di pensare, se dovessi però proprio esprimere un desiderio e realizzare un sogno vedrei la mia cucina che viaggia in giro per il mondo per poi fermarsi qui a Reggio Emilia e creare qualcosa di mio per davvero.
Qual è la cosa che ti ha colpito di più della Polveriera?
La prima volta che ho messo piede in polveriera è stato per il colloquio per il ruolo di cuoco, nei miei piani c’era una imminente partenza per l’Australia ma quando ho visto la tavolata dei ragazzi di Nessuno Escluso, ho capito che qui si respira aria buona. Ho deciso di rimanere. Ho abbracciato il progetto.
Puoi scattare una foto qui in Polveriera, quale soggetto scegli e perché?
Scatterei una foto dell’insieme, che rappresenti tutto l’ambiente, la struttura con il via-vai di persone, proprio perchè la Polveriera è colletività!